Insetti e risposta immunitaria… ce l’hanno, oppure no?

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Per alcuni sono disgustosi, mentre per altri sono affascinanti. Comunque sia, al di là delle affermazioni puramente personali su quanto possano essere belli o brutti, gli insetti, sono dotati di una risposta immunitaria? Ebbene, la risposta è… sì, ed in questo articolo faremo riferimento ad un particolare stadio dello sviluppo di uno specifico insetto che già da diversi anni sta contribuendo al progresso della ricerca scientifica relativa allo studio delle malattie infettive, soprattutto di quelle umane, alla scoperta di nuovi farmaci antimicrobici e recentemente anche di nuovi anticorpi monoclonali (scusate se è poco). Allora, avete capito di quale stadio dello sviluppo e di quale insetto parleremo riferendoci alla risposta immunitaria degli insetti? Ancora no? Ma, ovviamente, della larva di Galleria mellonella, più famosa come camola del miele o tarma maggiore della cera (Figura).

Quindi, gli insetti sono dotati di una risposta immunitaria, e se la dovessimo confrontare con quella umana, dovremmo classificarla come innata. Per intenderci, mantenendo il confronto con l’uomo, gli insetti hanno una risposta immunitaria innata, ma non sono dotati di una risposta immunitaria acquisita. A questo punto, proviamo a scendere maggiormente nei dettagli, perché la risposta immunitaria innata degli insetti può essere umorale e cellulare. Queste due risposte si integrano tra loro e distinguono le componenti dell’organismo dagli agenti patogeni (batteri, virus, funghi, protozoi, nematodi, uova e larve di altri insetti), in questo caso attaccandoli.

Adesso, cerchiamo di approfondire ulteriormente l’argomento. La risposta umorale comprende la produzione ed il rilascio nell’emolinfa dei peptidi antimicrobici, della melanina e dei radicali liberi (in particolare, delle specie reattive dell’ossigeno). Invece, la risposta cellulare include la fagocitosi, la nodulazione e l’incapsulamento. Per far sì che questi tre processi possano verificarsi, è necessaria la presenza di specifiche cellule che in generale si chiamano emociti. Esistono differenti tipologie di emociti, i plasmatociti e i granulociti sono le tipologie più abbondanti e quelle necessarie per far sì che possa verificarsi la fagocitosi, la nodulazione e l’incapsulamento. Le altre tipologie di emociti che gli scienziati sono stati in grado di scovare si chiamano proemociti, enocitoidi, sferulociti e coagulociti. Ovviamente, ciascuno di questi emociti possiede una caratteristica morfologia cellulare e svolge funzioni ben precise finalizzate a salvaguardare l’organismo dell’insetto.

Insomma, è molto interessante notare che per quanto possano sembrare distanti dal punto di vista evolutivo, in realtà se andiamo oltre le banalità e quello che presumiamo di sapere, gli insetti ci assomigliano più di quanto crediamo.

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Figura. Stadi dello sviluppo della falena, insetto dell’ordine dei lepidotteri, del genere Galleria e della specie mellonella: 1, uova; da 2 a 7, stadi di sviluppo larvali; 8, pupa o crisalide; e 9, falena (Credit: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5955185/). Le larve di questo insetto, considerando che offrono notevoli vantaggi in più rispetto ad altri modelli sperimentali animali, da diversi anni, stanno contribuendo al progresso della ricerca scientifica relativa allo studio delle malattie infettive dell’uomo, alla scoperta di nuovi farmaci antimicrobici e recentemente anche di nuovi anticorpi monoclonali.

Fonti:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32514067/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32960263/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4871635/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5955185/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6308929/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7683414/

https://www.scienzintasca.it/come-puo-essere-limmunita-specifica/

https://www.scienzintasca.it/farmaci-antimicrobici-e-come-usarli-al-meglio/

https://www.scienzintasca.it/il-sistema-immunitario-in-breve/

Ringraziamenti:

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Dott. Edoardo Cherubini

Ama raccontare la scienza a chiunque, quella vera, che si basa sul metodo sperimentale di Galileo Galilei, come dimostrano le sue collaborazioni con la piattaforma di divulgazione scientifica “Scienzintasca”, il Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica - Giancarlo Dosi, l’Università degli Studi di Siena, l’Associazione USiena Alumni, il Comune di Manciano (Grosseto) e il Rotary International; le testate giornalistiche “Siena News”, “Il Tirreno”, “La Nazione”, “Il Giunco.net”, “Grosseto Notizie”, “Orvietonews.it”, “Toscana Today” e “MaremmaOggi”; l’emittente radiofonica “Radio International” e televisiva “Tv9 Telemaremma” (per saperne di più consultare: https://www.dottedoardocherubini.it/; https://www.scienzintasca.it/dott-edoardo-cherubini/; e https://it-it.facebook.com/edoardo.cherubini.39/).

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