Fentanil: le due facce di una molecola

Fentanil: tra analgesia e potenziale di abuso, Fentanil: le due facce di una molecola

Gli oppioidi sono una classe di farmaci caratterizzati da un forte potere analgesico e un alto potenziale di abuso. Fanno parte di questo gruppo le molecole che hanno un effetto farmacologico simile a quello della morfina, principale sostanza contenuta nel papavero da oppio e isolata da questo, per la prima volta, nel 1805. Inizialmente, queste molecole erano tutte di origine naturale, mentre a partire dagli anni ’40, diversi nuovi oppioidi sono stati sintetizzati in laboratorio.

Nel nostro organismo sono presenti delle proteine, chiamate recettori, dove i farmaci possono legarsi per svolgere la loro azione. I recettori oppioidi risiedono in diverse parti del corpo (ad es. cervello, midollo spinale, apparato digerente, ecc.) e sono ampiamente studiati a causa del loro ruolo cruciale nella gestione del dolore, nell’abuso di droghe e nei disturbi dell’umore. Esistono tre sottotipi di recettori oppioidi: δ, μ e κ1.

Nel 1960, Paul Janssen, medico e ricercatore belga, progettò la struttura chimica del fentanil, capostipite della famiglia dei fentanili, molecole molto simili tra loro, sia per formula chimica che per proprietà (tra queste: sufentanil, carfentanil e alfentanil)2. Da un punto di vista medico, l’introduzione di questi oppioidi di sintesi è stata una vera e propria rivoluzione in campo anestetico, perché rispetto alla morfina, il fentanil ha una durata di azione più breve e non causa reazione allergica nel luogo in cui viene iniettato.

Il fentanil è uno dei più potenti oppioidi in commercio, svolge la sua azione stimolando il recettore μ con una potenza 80 volte superiore alla morfina. In Italia, è disponibile in formulazioni farmaceutiche adatte alla somministrazione per via parenterale, orale, transdermica (cerotto) e inalatoria. L’inizio dell’azione del fentanil dipende dal dosaggio utilizzato e dal metodo di somministrazione: l’azione antidolorifica può verificarsi, ad esempio, in appena 1 o 2 minuti dopo la somministrazione endovenosa, mentre per via orale inizia a funzionare in 10-15 minuti.

Dall’inizio degli anni ’90 il cerotto al fentanil è disponibile per la gestione del dolore cronico di tutte le forme di cancro, nonché del dolore persistente e intenso di molte malattie non cancerose.

La grande innovazione consiste nel mantenere livelli terapeutici di questo oppioide, nel sangue, per due-tre giorni con un singolo cerotto; invece, risulta molto meno utile per il dolore acuto poiché impiega dalle 14 alle 18 ore per raggiungere una concentrazione ematica che permetta analgesia e può produrre, in questo arco di tempo, una grave depressione respiratoria in pazienti nuovi agli oppioidi, anche alle dosi più basse.

Negli ultimi anni, questo oppioide è diventato così importante nel trattamento del dolore severo che sono state sviluppate e approvate moltissime formulazioni ad insorgenza rapida. La popolarità del fentanil è spiegata dai minimi effetti cardiovascolari, dalla rapidità con cui ha inizio l’effetto e dalla sua durata; inoltre è facile ed economico da sintetizzare e preparare per il mercato ed è ora familiare ai medici che si occupano di medicina del dolore in tutto il mondo. Infatti, con dosi molto basse del farmaco si può ottenere un’analgesia significativa in pazienti che non hanno mai assunto oppioidi e, spesso, con dosaggi solo di poco superiori in pazienti tolleranti3.

Il fentanil, così come la morfina e altri oppioidi, per interazione con il recettore μ non produce solo effetti terapeutici; infatti, la complessa farmacologia di questa molecola contribuisce alle diverse manifestazioni sul sistema nervoso centrale, come affaticamento, nausea, vomito, vertigini, depressione respiratoria, bradicardia, fino a morte per overdose, indipendentemente dalla modalità di somministrazione.

Il fentanil è diventato il motore principale della più mortale crisi degli oppioidi negli Stati Uniti e altrove. Nel 2021, negli USA, più di 107mila persone sono morte per overdose da oppioidi e circa due terzi di questi decessi sono stati causati dal fentanil. Secondo i dati dei Centers for disease control and prevention, negli ultimi anni, il numero di adolescenti morti per aver consumato questo tipo di sostanze è aumentato del 150%, diventando una delle cause principali di morte per gli statunitensi sotto i 45 anni4, ma gli approcci per prevenirne l’abuso e le morti per overdose sono scarsi, imponendo di conseguenza devastanti oneri sociali, economici e sanitari in tutto il mondo. Tuttavia, i meccanismi che sono alla base degli effetti comportamentali di questo oppioide sono in gran parte sconosciuti, nonostante sia stato dimostrato che produca forti effetti gratificanti che potrebbero spiegare l’elevato potenziale di abuso.

Considerando l’attuale crisi degli oppioidi, è veramente necessario lo sviluppo di efficaci strategie farmacologiche per prevenire l’abuso e il sovradosaggio di fentanil5.

Fonti

1 https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25981301/

2 https://link.springer.com/chapter/10.1007/978-1-4614-8441-7_48

3 https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25441689/

4 https://www.internazionale.it/magazine/jamie-smyth/2023/04/27/strage-da-fentanyl

5 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9107910/

Ringraziamenti

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Chiara Neri

Sono laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche presso l'Università degli studi di Firenze e, da aprile 2023, sono iscritta al Master di secondo livello in Divulgazione Scientifica dell'Università degli studi di Siena. Dal 2018 lavoro come Farmacista Collaboratore presso le Farmacie Comunali Fiorentine AFAM. In questi anni ho maturato esperienze molto importanti per questo tipo di mestiere, in particolare: ascolto attivo del cliente e consiglio mirato di farmaci Sop/Otc, dispositivi medici o integratori alimentari; medicina narrativa; attività di supporto al cliente in autoanalisi e in telemedicina; formulazione, allestimento e controllo di Preparazioni Galeniche magistrali e officinali.

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