Vitamina C: possibile ruolo nella prevenzione del raffreddore e nella gestione della COVID-19

, Vitamina C: possibile ruolo nella prevenzione del raffreddore e nella gestione della COVID-19

Ultimamente, si sente spesso parlare di vitamina C e della sua importanza nel prevenire il raffreddore. Ma quanto di tutto ciò è vero?

La vitamina C, nota anche come acido ascorbico, è una sostanza necessaria per la normale crescita e la salute delle nostre cellule e dei nostri tessuti. Si tratta di un micronutriente, cioè di una molecola richiesta dall’organismo soltanto in piccole quantità, ma che risulta fondamentale per il suo benessere. Il nostro organismo, purtroppo, non è in grado di immagazzinarla ed essendo una vitamina idrosolubile (si scioglie in acqua) viene facilmente eliminata attraverso le urine. Per questo motivo è quindi necessario assumerla regolarmente con l’alimentazione. Secondo le indicazioni contenute nei “Livelli di assunzione di riferimento di nutrizione ed energia per la popolazione italiana” della Società Italiana di Nutrizione Umana, l’assunzione raccomandata della vitamina C è pari a 105 mg al giorno per gli uomini, e 85 mg al giorno per le donne. In alcune fasi della vita può però aumentare (per esempio, durante la gravidanza l’assunzione raccomandata è di 100 mg al giorno, passando poi a 130 mg durante l’allattamento al seno) [1].

Nel nostro organismo, la vitamina C, svolge numerose funzioni importanti. La più famosa è probabilmente quella antiossidante: contrasta i danni causati dai radicali liberi, considerati uno dei principali responsabili del processo di invecchiamento cellulare. Queste molecole dannose si accumulano nell’organismo durante i processi digestivi, quando si pratica sport oppure a causa dell’esposizione a sostanze pericolose come quelle presenti nel fumo di tabacco o alle radiazioni, inclusi i raggi ultravioletti che arrivano dal sole. Nel complesso, l’uso regolare degli integratori di vitamina C abbrevia la durata del comune raffreddore, ma non riduce il rischio di ammalarsi. È probabile che questo effetto antivirale sia il motivo per cui la vitamina C ha attirato l’interesse come possibile trattamento della COVID-19.

Così, l’integrazione con micronutrienti, come vitamine e minerali, ha acquisito un crescente interesse come parte della gestione di supporto della COVID-19. I livelli di vitamina C nel siero e nei leucociti si riducono durante la fase acuta dell’infezione a causa dell’aumento delle richieste metaboliche [2]. Infatti, gli effetti antiossidanti, antinfiammatori e immunomodulanti della vitamina C ne fanno un potenziale candidato terapeutico, sia per la prevenzione ed il miglioramento dell’infezione da coronavirus SARS-CoV-2, sia come terapia aggiuntiva nelle terapie intensive della COVID-19. Esistono però limitate terapie provate per la COVID-19. Le prove, fino ad oggi, indicano che la vitamina C per via orale (2-8 g/die) può ridurre l’incidenza e la durata delle infezioni respiratorie, e la vitamina C per via endovenosa (6-24 g/die) ha dimostrato di ridurre la mortalità, le unità di terapia intensiva, le degenze ospedaliere ed il tempo della ventilazione meccanica per gravi infezioni respiratorie [3]. Per questi motivi, la vitamina C è considerata un agente antivirale in quanto aumenta l’immunità. La somministrazione della vitamina C ha aumentato il tasso di sopravvivenza dei pazienti affetti dalla COVID-19 attenuando l’eccessiva attivazione della risposta immunitaria. Inoltre, attenua le risposte infiammatorie eccessive e l’iperattivazione delle cellule immunitarie [4].

In conclusione, gli studi sui potenziali benefici della vitamina C sono ancora in corso, quello che si conosce per certo è che essa rappresenta un importante micronutriente per il nostro organismo ed il nostro benessere, pertanto è necessario praticare una sana ed equilibrata alimentazione per assumerla alle giuste dosi. La vitamina C è contenuta principalmente negli alimenti freschi e di origine vegetale, in alcuni tipi di frutta e verdura come le arance, le fragole, i mandarini, i kiwi, i limoni, gli spinaci, i broccoli, i pomodori e i peperoni. Infine, la vitamina C si degrada piuttosto rapidamente, quindi è consigliabile conservare questi alimenti non più di 3-4 giorni e consumarli crudi o comunque poco cotti (si degrada rapidamente con le alte temperature) in modo da godere appieno dei loro effetti benefici.


Fonti:

[1] https://sinu.it/2019/07/09/assunzione-raccomandata-per-la-popolazione-pri-e-assunzione-adeguata-ai/

[2] Abobaker A. et al. (2020). Overview of the possible role of vitamin C in management of COVID-19. Pharmacol Rep, 72, ​​1517-1528

[3] Holford P. et al. (2020). Vitamin C-an adjunctive therapy for respiratory infection, sepsis and COVID-19. Nutrients, 12, 3760

[4] Bae M. et al. (2020). The role of vitamin C, vitamin D, and selenium in immune system against COVID-19. Molecules, 25, 5346


rosa caldora

Buonasera, sono una biologa esperta in nutrizione. Sono una libera professionista conducendo uno studio indipendente come biologa nutrizionista a Pozzuoli, in provincia di Napoli. Nel mio studio, oltre a stilare piani alimentari in base all'esigenza delle persone, mi occupo anche di educazione alimentare. Mi piace molto scrivere e fare divulgazione scientifica, in quanto credo che dare e fare informazione sia uno dei metodi migliori per permettere alla persone di migliorarsi e di conseguenza, prendersi cura di se stesse. Restando in attesa di un vostro gentile riscontro porgo Cordiali Saluti, Dott. ssa Rosa Caldora

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