Santoreggia: proprietà e usi.

santoreggia, Santoreggia: proprietà e usi.

Il nome Satureja deriva dai satiri, i lussuriosi esseri semidivini della mitologia greca. Infatti, secondo quanto raccontato da Aemilius Macer nel suo De herbarium virtutibus (“Le virtù delle piante”), i satiri si servivano di questa pianta per stimolare i propri desideri sessuali.
Ne esistono due varietà che si possono utilizzare allo stesso modo: la Satureja hortensis, orticola, e la Satureja montana, selvatica. La prima ha un fusto più rossiccio ed una chioma meno folta rispetto alla seconda. Entrambe, invece, hanno un sapore aromatico simile al timo ed un profumo cristallino e diafano, con una punta di piccante che ricorda il peperoncino.
Questa pianta è ricca di numerose sostanze: carvacrolo, p-cimolo e terpinenolo, oltre ad acidi fenolici come il siringico, il caffeico, il rosmarinico e l’ursolico.

Proprietà terapeutiche.

L’utilizzo di questa pianta porta numerosi vantaggi per la salute.

– Benefici per l’apparato digerente. La santoreggia ha un’azione stimolante e carminativa, benefica per l’apparto digerente. Se ne raccomanda l’utilizzo soprattutto in caso di digestione lenta e stitichezza.
– Effetto emmenagogo. Seppur con un effetto molto blando, questa spezia è consigliata come emmenagogo in caso di mestruazioni diradate o scarse.
– Proprietà antiossidanti. Il suo estratto ha proprietà antiossidanti, correlate all’acido rosmarinico che contiene.
– Un aiuto per il diabete. È molto ricca di carvacrolo, e gli studi indicano che tale sostanza stimola l’azione di alcuni farmaci utilizzati per il trattamento del diabete, come il rosiglitazione.
– Proprietà antisettiche. La forte presenza di oli essenziali conferisce alla santoreggia proprietà moderatamente antisettiche e battericide. In tale forma se ne consiglia, quindi, l’utilizzo per contrastare infezioni alle vie respiratorie e digestive e per il mal di denti.
In cucina.

Era utilizzata come spezia già in tempi antichi. Nella Germania medievale, Tragus la cita come migliore spezia per aromatizzare i cavoli fermentati (crauti).
La santoreggia si abbina bene a zuppe, stufati, legumi, pasta e verdure, di cui migliora la digeribilità. La si apprezza al meglio come ingrediente nella preparazione di insaccati e sottaceti in virtù del sapore, che risulta molto intenso quando la pianta è fresca. Si sposa alla perfezione anche con le patate al forno e i funghi.

Bibliografia

J.Lluis Berdonces, Spezie che curano

Marcello Nicoletti, Botanica farmaceutica:storia,attività ed impieghi delle piante

G.Barsotti, L.Bussotti, Le erbe aromatiche selvatiche

Nica macera

Dott.ssa Nica Macera, laureata in Scienze e tecnologie biologiche presso l'Università del Molise con una tesi dal titolo :'La mancanza di CX3CR1 sopprime l'attivazione e la neurotossicità di microglia/macrofagi in un modello sperimentale di ictus ischemico". Attualmente frequenta la magistrale in Biologia sanitaria presso lo stesso Ateneo. Ha frequentato il tirocinio formativo presso il laboratorio analisi dell' Ospedale SS.Rosario di Venafro, approfondendo le tecniche di biochimica e di microbiologia. Spinta dall'interesse per la nutrizione e le neuroscienze, approfondisce gli studi attraverso convegni, seminari, stage, laboratori. Appassionata di scrittura e divulgazione scientifica scrive articoli per il blog "posturaebenessere.com". Socia "Slam"-associazione di divulgazione scientifica. Sostenitrice della PNEI.

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