I flavonoli del cacao e la neurodegenerazione

flavonoli, I flavonoli del cacao e la neurodegenerazione

Una delle tematiche più preoccupanti per la sanità pubblica è la gestione di pazienti che vanno incontro, con l’età, alla degenerazione neuronale e quindi demenza senile. Di conseguenza risulterebbe di fondamentale importanza per la comunità scientifica riuscire a migliorare le capacità cognitive dei pazienti affetti da demenza ma anche riuscire a trovare il modo per prevenire il declino cognitivo. Memoria, attenzione, esecuzione di azioni: questi sembrano essere i domini cognitivi target dei flavonoli del cacao. Da tempo è noto che il cacao e i suoi derivati ricchi di flavonoli (epicatechina e catechina) svolgono una funzione protettiva nei confronti di malattie cardiovascolari, esercitando il loro effetto sull’endotelio dei vasi, determinando vasodilatazione che contribuisce al mantenimento del normale flusso sanguigno, riducendo così la pressione arteriosa e l’aggregazione piastrinica ma più recentemente si è ipotizzato il ruolo preponderante di questi flavonoli anche come neuromodulatori e neuroprotettivi. Il cioccolato inoltre contiene metilxantine, caffeina e teobromina, presenti in quantità inferiori rispetto a quelle necessarie per esercitare un effetto farmacologico ma comunque in grado di sortire effetti positivi. Alcuni studi hanno dimostrato che un regolare consumo di flavonoli può essere associato a un miglioramento delle funzioni cognitive e una riduzione del rischio di manifestare demenza oltre che un miglioramento delle performance cognitive. Il meccanismo attraverso cui si esplicano questi effetti benefici non è ancora ben chiaro, però si è pensato che i flavonoli, dotati di potere antiossidante, possano proteggere in qualche modo i neuroni “vulnerabili”, migliorando le funzioni neuronali, stimolando la rigenerazione, il differenziamento e la sopravvivenza agendo proprio sul miglioramento dei sistemi attraverso cui le cellule nervose comunicano tra loro. Alcuni studi hanno dimostrato che l’effetto benefico dei flavonoli è indirettamente correlato alla vasodilatazione e che quindi un miglior afflusso di sangue può migliorare le prestazioni cognitive, dal momento che i flavonoidi e i loro metaboliti possono superare la barriera emato-encefalica e possono localizzarsi nel cervello in aree cruciali per l’apprendimento e la memoria come l’ippocampo, la corteccia cerebrale, il cervelletto e il nucleo striato. Queste aree risultano essere particolarmente colpite in caso di neurodegenerazione ma in presenza di flavonoidi l’ippocampo sembra aumentare l’espressione di un fattore neurotrofico cerebrale (BDNF) fondamentale per la sopravvivenza neuronale, la trasmissione sinaptica e la neurogenesi. Sebbene i primi risultati risultino essere promettenti c’è molta strada da percorrere per comprendere come avvengano le modifiche delle capacità cognitive e quale sia la dose che determina l’effetto e inoltre si dovrà spiegare il motivo per cui queste sostanze possono modulare positivamente il ciclo sonno veglia soprattutto sui lavoratori turnisti.

In futuro si potranno impiegare anche delle tecniche di neuroimmagini e misurazioni fisiologiche e cognitive per meglio comprendere le proprietà neuromodulatorie del cacao.

Fonti:

Socci, V., Tempesta, D., Desideri, G., De Gennaro, L., & Ferrara, M. (2017). Enhancing Human Cognition with Cocoa Flavonoids. Frontiers in Nutrition4, 19. http://doi.org/10.3389/fnut.2017.00019

 

Crichton GE, Elias MF, Alkerwi A. Chocolate intake is associated with better cognitive function: the Maine-Syracuse Longitudinal Study. Appetite (2016) 100:126–32.10.1016/j.appet.2016.02.010

Dott.ssa Vincenza Intini

 

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