Ruolo della dieta nell’insufficienza renale cronica

insufficienza renale cronica, Ruolo della dieta nell’insufficienza renale cronica

L’insufficienza renale cronica (o IRC) è una condizione clinica caratterizzata da una perdita progressiva ed irreversibile della funzionalità renale, e dunque delle capacità escretorie, endocrine e metaboliche del rene. Tra le cause più frequenti dell’IRC si annoverano il diabete mellito e l’ipertensione, meno frequenti sono invece le glomerulonefriti e il rene policistico. L’IRC viene classificata in diversi stadi in base al valore della velocità di filtrazione glomerulare (o VFG) che esprime il grado di compromissione della funzione di filtrazione. Più basso è tale valore, maggiore è il grado di compromissione con conseguente accumulo nel sangue di sostanze di rifiuto. Si parla di insufficienza renale terminale (o uremia) quando la VFG scende sotto i 15 ml/min, rendendo necessaria una terapia sostitutiva (dialisi o trapianto) per assolvere alle normali funzioni dei reni.

La dieta, intesa come terapia nutrizionale, è un punto cardine nel trattamento del paziente con IRC in terapia conservativa e ha 3 obiettivi principali:

  • rallentare la progressione della malattia;
  • prevenire e controllare le alterazioni metaboliche dell’IRC;
  • raggiungere e/o mantenere un buono stato nutrizionale;

l’intervento nutrizionale deve assicurare un adeguato apporto calorico, onde evitare il rischio di malnutrizione, e un apporto controllato di proteine, sodio, fosforo e potassio, nutrienti critici per i pazienti con malattia renale.

  • ENERGIA E PROTEINE

Le proteine in eccesso possono determinare un accumulo di prodotti azotati. Per tale motivo è necessario ridurre le porzioni dei secondi piatti più ricchi di proteine e/o ricorrere all’uso di prodotti aproteici (come pane e pasta) che consentono al paziente di assumere porzioni accettabili di proteine nobili (per esempio quelle della carne, del pesce, delle uova e dei formaggi), limitando le proteine a basso valore biologico dei cereali. Le principali società di nefrologia e dietetica consigliano un apporto calorico pari a 30-35 kcal per chilo di peso ideale/die e un apporto proteico compreso tra 0.6 e 0.8 g di proteine per kg di peso ideale/die, in base allo stadio dell’IRC. In alcuni casi può essere consigliata una dieta fortemente ipoproteica che prevede un apporto proteico di 0.3 g di proteine per kg di peso ideale/die, con supplementazione di una miscela di amminoacidi, chetoacidi e idrossiacidi.

  • SODIO, FOSFORO E POTASSIO

Quando i reni non funzionano correttamente, si può determinare un accumulo nell’organismo di questi minerali con conseguenze importanti soprattutto a livello osseo e cardiocircolatorio. È quindi necessario imparare a riconoscere gli alimenti che ne sono più ricchi.

Per ridurre l’apporto alimentare di sodio è importante evitare alimenti come salumi, cibi in scatola, formaggi stagionati o dadi da cucina e insaporire i piatti con l’aggiunta di spezie ed erbe aromatiche, che consentono di evitare e/o limitare il sale.

Il fosforo è presente soprattutto in latticini e formaggi, carni grasse, pesci grassi, legumi, tuorlo d’uovo, cereali integrali e frutta secca; mentre il potassio lo si trova in particolare nella frutta secca, nei legumi, nel cioccolato, nelle banane, nei kiwi, nelle albicocche, negli spinaci, nella rucola e nelle patate.

È importante sapere che sia il fosforo che il potassio possono essere ridotti con la bollitura degli alimenti in abbondante acqua. In particolare, per ridurre ulteriormente l’apporto di potassio con le verdure, il consiglio è di tagliarle a piccoli pezzi e cuocerle in due acque consecutive: cuocere in abbondante acqua; cambiarla a metà cottura; e infine scolare bene le verdure senza però mantenere il liquido utilizzato, appunto, per cuocerle.

In definitiva, ciò che è importante ricordare è che non esistono alimenti vietati in assoluto. Ciò che conta è la quantità e la frequenza del loro consumo, soprattutto in alcune condizioni cliniche.

Le indicazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto con il medico.

BIBLIOGRAFIA

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