QUANDO LE PROTEINE NON SONO FUNZIONALI

, QUANDO LE PROTEINE NON SONO FUNZIONALI

Esistono alcune fonti proteiche che nel cane possono causare intolleranza o ipersensibilità, esse sono:

  • manzo
  • pollo
  • prodotti a base di latte vaccino (per esempio latte, formaggio, yogurt, fiocchi di latte,…)
  • soia
  • grano o altri cereali contenenti glutine (per esempio orzo, segale, farro e kamut)

Non tutti i cani reagiscono a tutte o ad alcuni di questi alimenti, per sapere con precisione gli alimenti tollerati si possono fare al proprio cane dei test di nutrigenetica che permettono di conoscere gli alimenti meglio metabolizzati. Se attraverso questi test si scopre che il cane tollera alcuni o tutti questi cibi, allora non c’è alcun rischio ad includerli nella sua dieta.

Sfortunatamente fonti proteiche fortemente reattive come il pollo o il glutine sono spesso presenti negli alimenti per cani di origine industriale (sia secco che umido), perché economici.

Il glutine è una proteina che può avere alcuni effetti negativi sulla salute dei cani come:

  • cambiamenti comportamentali
  • malattie auto-immuni
  • infiammazione intestinale cronica
  • cancro
  • stanchezza cronica
  • obesità
  • disturbi neurologici
  • disfunzioni tiroidee e tiroiditi

Se si ha un cane che soffre di una qualche patologia cronica che non si riesce a tenere bene sotto controllo con le cure tradizionali si può provare a rimuovere del tutto il glutine dalla sua alimentazione: la patologia potrebbe migliorare decisamente!

La soia ed i suoi derivati, comunemente presenti negli alimenti per cani, sono riconosciuti come alcune delle principali cause di allergie alimentari, nonché di intolleranze alimentari a lungo termine. Nei cani la soia può interferire con la funzione della tiroide, facendo produrre meno ormoni tiroidei del necessario, può causare problemi gastrici (soprattutto gonfiore), può inibire gli enzimi digestivi, rendendo la digestione più lunga, e può rallentare o perfino bloccare l’assorbimento di minerali essenziali. Infine la soia contiene i fitoestrogeni, dei composti possono provocare anomalie nel funzionamento del sistema immunitario.

Si pensa che il latte vaccino nei cani possa dare soltanto episodi di intolleranza: da una parte i cani che non lo tollerano, ai quali non deve essere somministrato, dall’altra quelli che non manifestano reazioni avverse, che possono invece consumarlo. Invece la questione del latte vaccino va ben al di là di una semplice intolleranza!

Il problema vero e proprio sta in una proteina geneticamente mutata che si può trovare nel latte vaccino, nota come β-caseina A1. Bisogna subito precisare che la presenza o meno di questa proteina non ha niente a che fare con la lavorazione del prodotto, ma dipende esclusivamente dai geni delle vacche da latte. Infatti per il latte vaccino la condizione naturale sarebbe quella di contenere la β-caseina A2, nel corso del tempo però nel genoma delle mucche si è verificata una mutazione del gene della β-caseina, che ha portato alla sintesi della proteina di tipo A1, per cui il latte prodotto ha cominciato a contenere la proteina A1.

Avere un latte contenente la β-caseina A1 o A2 potrebbe essere fondamentale, perchè, anche se la questione è ancora molto dibattuta fra gli studiosi, pare che la β-caseina A1 possa indurre, sia nell’uomo che negli animali, l’insorgenza di molte patologie anche gravi, come malattie autoimmuni, malattie cardiovascolari e diabete di tipo 1.

Fortunatamente esistono fonti di nutrienti alternative al latte vaccino, gustose e funzionali: il latte di capra e il latte di pecora, entrambi molto ben tollerati dai cani, contengono entrambi la proteina A2.

Lascia un commento