Il tubero della patata: non solo fonte di amido

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La pianta della patata (Solanum tuberosum L.) appartiene alla famiglia delle Solanaceae insieme alle piante di pomodoro, tabacco, melanzana e peperone.

I tuberi, la parte commestibile della pianta, si sviluppano dal rigonfiamento della parte terminale, epigea, dei lunghi stoloni sotterranei. Il rigonfiamento si forma per il trasporto e l’accumulo dei carboidrati dalla parte aerea della pianta, quando essa raggiunge la maturità. Essi fungono, dunque, da organo di riserva. La tuberificazione è favorita dall’assenza di luce, dalle basse temperature e da un’elevata umidità del suolo.

La patata contiene un alcaloide velenoso nelle parti verdi, compresi i tuberi quando rinverdiscono, la solanina, contenuta in tutte le piante del genere Solanum, che può causare intossicazioni con dolori addominali, diarrea e nei casi gravi, morte. Per questo motivo, le patate vengono conservate in luoghi bui e asciutti, per evitare il rinverdimento e la germinazione, che innalzano il contenuto di solanina. Oltre a questo alcaloide, che resiste alla cottura, perché viene degradato solo a temperature superiori ai 243°C, la patata contiene anche lectine, proteine tossiche che invece sono distrutte dalla cottura.

Le patate contengono anche una sostanza antitumorale, l’acido clorogenico. Per trarne il massimo giovamento, bisognerebbe mangiare anche la buccia o, in alternativa, bollirle senza sbucciarle e usare l’acqua di cottura per altri piatti.

Le patate sono ricche di vitamina C, efficace nel limitare i danni causati dai radicali liberi e la presenza di potassio le rende un ottimo aiuto contro l’ipertensione. Esse risultano alimenti energetici e disinfiammanti dell’apparato digerente in caso di gastriti, ulcere dello stomaco e del duodeno e coliti, specialmente se ulcerose. Questi tuberi sono ricchi di carboidrati complessi (amido), dunque indicati per chi soffre di diabete. I carboidrati complessi, infatti, devono essere scomposti in zuccheri semplici prima di essere assorbiti, il che significa che entrano in circolazione in maniera graduale, contribuendo a una maggiore stabilità della glicemia. Una patata di medie dimensioni, consumata con la buccia, fornisce vitamina C, potassio, vitamina B5, fibre oltre a tracce di tiamina, riboflavina, folati, niacina, magnesio, fosforo, ferro e zinco. Esse contengono anche svariati composti fitochimici, quali i carotenoidi ed i polifenoli.

Concludendo, da quanto detto, risulta che le patate (ovviamente non fritte!), ricche di vitamine, minerali e composti fitochimici, sono fonte di benessere per tutti, utili fonti di carboidrati per celiaci, in quanto prive di glutine, e in quantità controllate, apprezzabili anche da diabetici.

Le indicazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto con il medico. E’ pertanto opportuno consultare il proprio medico curante e/o lo specialista.

FONTE: Teaching Tools in PLANT BIOLOGY

Roberta De Pascalis

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