Fratture ossee: un problema sempre più rilevante. Ecco cosa fare per prevenirle.

, Fratture ossee: un problema sempre più rilevante. Ecco cosa fare per prevenirle.

Che le proteine e la vitamina D siano determinanti per la salute muscolare e ossea, ormai è chiaro da diverso tempo, ma di quanto lo sono nella prevenzione di un evento cosi nefasto ed invalidante come le fratture specie negli anziani purtroppo per molti ancora non lo è.

Tanti di noi si troveranno ad affrontare un evento del genere con un genitore, un parente un amico che secondo le statistiche andranno incontro ad un trauma cosi impattante.

La frattura del femore è un crescente problema di salute pubblica che riguarda prevalentemente l’anziano e che, in considerazione delle proiezioni demografiche, comporterà un aumento di invalidità permanente e della spesa sanitaria.

In buona sostanza si tratta di un problema che non può essere rinviato.

Le conseguenze di una frattura di femore nell’anziano sono drammatiche: i dati statistici riferiscono che oltre il 10 per cento dei pazienti muore entro un mese dall’evento, il 13 per cento nei tre mesi successivi, oltre il 20 per cento ad un anno di distanza, con punte che possono arrivare fino al 37 per cento.

Un eccesso di mortalità è segnalato anche oltre 2 anni dall’evento fratturativo.

A un anno dalla frattura, il recupero delle condizioni pre-esistenti viene raggiunto nel 40 per cento dei casi, mentre il 20-25 per cento sviluppa una invalidità permanente.

Gli anziani ricoverati in residenze assistite hanno tassi molto più alti. In questi contesti, le complicazioni sono più frequenti e più serie, con il 10-25% di cadute che esitano in fratture o lacerazioni.

Il modo con cui una persona cade determina il tipo di lesione: le fratture del polso si verificano quando si cade in avanti o all’indietro appoggiandosi a terra con la mano, le fratture dell’anca si verificano tipicamente quando si cade sul lato, mentre le cadute all’indietro sui glutei sono associate più raramente a fratture.

Le fratture del polso sono più comuni di quelle dell’anca tra i 65 e 75 anni, mentre quelle dell’anca predominano in età più avanzata: ciò riflette probabilmente il rallentamento dei riflessi e la riduzione dell’abilità di proteggere l’anca, attutendo la caduta con la mano (comportamento, questo, che appunto provoca le fratture del polso negli anziani più giovani).

Il problema delle cadute nella popolazione anziana non è semplicemente legato all’elevata incidenza, visto che bambini e atleti hanno certamente tassi di caduta più elevati, senza per questo costituire un grande problema sanitario.

Piuttosto si tratta di una combinazione di incidenza e facilità di esito in lesione, dal momento che tra gli anziani c’è un’elevata prevalenza di malattie come l’osteoporosi e cambiamenti fisiologici associati all’età, come il rallentamento dei riflessi protettivi che rendono particolarmente pericolose anche cadute lievi. Inoltre la guarigione da una lesione, come per esempio una frattura, è di solito lenta nelle persone anziane e ciò aumenta il rischio di successive cadute.

Un’altra complicazione è la sindrome ansiosa post caduta, in cui un individuo riduce movimento e attività in modo eccessivamente cauto, proprio per paura di cadere. Ciò contribuisce a ridurre la forza muscolare, favorendo una deambulazione anormale e, a lungo andare, un ulteriore aumento del rischio di cadere. Inoltre la caduta, soprattutto se l’evento si ripete, riduce la propria autostima, per cui a volte l’anziano omette di raccontare quanto accaduto per vergogna.

Ci sono diverse cause per le cadute degli anziani tra cui le più importanti sono la caduta accidentale, problemi di andatura e forza muscolare, capogiri, ipotensione ortostatica, utilizzo di farmaci e sincope.

La caduta accidentale o connessa a pericoli presenti nell’ambiente domestico è il tipo più spesso citato. Le persone anziane hanno un’andatura più rigida, meno coordinata e più pericolosa rispetto ai più giovani. Il controllo della postura, i riflessi di orientamento corporeo, la forza e il tono muscolare, declinano con l’età e minano la capacità di evitare di cadere quando, inaspettatamente, si inciampa o si scivola.

 Nel corso della vecchiaia le strategie per conservare l’equilibrio, dopo essere scivolati, cambiano: in gioventù si evita di cadere spostando il peso corporeo sull’anca, più tardi si evita di cadere, spostando il corpo con un rapido passo, ma invecchiando si perde l’abilità di auto correggersi per prevenire la caduta. Con il progredire dell’età, inoltre, la riduzione della vista, dell’udito e della memoria tendono a incrementare il rischio di inciampare.

L’ampia categoria dei problemi dell’andatura e della forza muscolare è la seconda tra le più comuni cause di cadute. I problemi della deambulazione e dell’equilibrio riconoscono diverse cause e provocano disfunzioni nel 20-40% degli over 65 (e 40-50% degli over 85), e circa la metà di questi problemi sono seri. In un grande studio longitudinale su persone di 75 anni, il 10% aveva bisogno di assistenza per camminare in camera, il 20% non era in grado di salire una rampa di scale senza aiuto e il 40% non era in grado di camminare per meno di un chilometro. I problemi di deambulazione possono essere imputati a semplici variazioni nel portamento e nell’equilibrio legate all’età, ma soprattutto a specifiche disfunzioni muscolo-scheletriche. 

Questo perché l’anziano spesso è soggetto a perdita di massa e prestazioni muscolari nel corso del processo di invecchiamento.

Questa condizione prende il nome di sarcopenia e può comportare mobilità ridotta, aumento del rischio di cadute e fratture, aumento della disabilità e alterazione delle prestazioni cardiopolmonari, con un conseguente peggioramento della qualità della vita ed aumento dei tassi di ricovero ospedaliero.

L’intervento nutrizionale rappresenta una valida strategia per stimolare la sintesi proteica e quindi contrastare e/o prevenire l’insorgenza di sarcopenia.

Numerose ricerche suggeriscono che l’aumento della quantità e della qualità delle proteine alimentari può stimolare la sintesi proteica muscolare negli anziani.
Tra le varie fonti proteiche, sono da prediligere le proteine del siero del latte, proteine di alta qualità, caratterizzate da un alto contenuto di aminoacidi essenziali (in particolare la leucina, un potente stimolatore della sintesi delle proteine muscolari), e da tempi di digestione e assorbimento più rapidi.

Anche l’aumento dell’assunzione di vitamina D aumenta la sintesi proteica muscolare, stimola l’espressione genica, migliora la forza e l’equilibrio e facilita la funzione neuromuscolare.

Mentre l’assunzione di vitamina E è correlata positivamente al miglioramento delle prestazioni fisiche, forza di estensione del ginocchio e forza muscolare; inoltre può favorire l’adattamento contro lo stress ossidativo indotto dall’esercizio fisico e riduzione del danno muscolare.

Uno studio recente pubblicato su Clinical Nutrition ha confermato questi dati ed ha inoltre osservato come l’integrazione combinata di proteine del siero del latte, vitamina D e vitamina E possano migliorare significativamente la massa muscolare (RSMI) e la forza (forza dell’impugnatura) negli anziani con sarcopenia.

Inoltre dallo studio in doppio cieco randomizzato e controllato, è emerso che un protocollo nutrizionale combinato di vitamina D, vitamina E e proteine può anche migliorare l’asse dell’ormone GH-(IGF-I), aumentando significativamente le concentrazioni di IGF-1, attenuandol’infiammazione (attraverso la riduzione significativa della concentrazione di IL-2) migliorando la qualità della vita dell’adulto sarcopenico.

Diversi studi recenti hanno mostrato inoltre una resistenza anabolica muscolare negli anziani, per cui l’integrazione di una adeguata quota di proteine nella dieta è fondamentale per stimolare la sintesi delle proteine muscolari.

Anche la vitamina D facilita l’anabolismo muscolare ed è quindi anche essa correlata alla conservazione della massa muscolare.

Infine la vitamina E, vitamina liposolubile dalle proprietà antiossidanti, eliminando le specie reattive dell’ossigeno (ROS) e potenziando la capacità antiossidante delle cellule, riduce il danno ossidativo.
In questo modo è in grado di ridurre il danno muscolare e promuovere l’adattamento allo stress ossidativo indotto dall’esercizio fisico.

Pertanto un’adeguata integrazione in età adulta è fondamentale per prevenire e /o contrastare l’insorgenza di sarcopenia e tutte le conseguenze che essa comporta (cadute, stanchezza, disabilità motorie).

In particolare la scelta migliore stà nella introduzione di una adeguata quota proteica giornaliera ed una giusta combinazione di integratori alimentari a base di vitamina d e vitamina e fondamentali per esplicare in maniera sinergica, un effetto positivo.

In questo contesto l’obiettivo diviene quello di fornire al paziente indicazioni precise, individuate  da un team di professionisti tra i quali ortopedico, fisiatra, fisioterapista, farmacista e biologo nutrizionista capaci di prevenire il rischio di frattura con l’utilizzo di comportamenti attui a individuare oltre che uno stile di vita corretto (attività fisica e benessere mentale) una dietoterapia adeguata e una integrazione mirata e personalizzata.

A High Whey Protein, Vitamin D and E Supplement Preserves Muscle Mass, Strength, and Quality of Life in Sarcopenic Older Adults: A Double-Blind Randomized Controlled Trial

Yacong Bo 1Changfeng Liu 2Zhe Ji 3Ruihong Yang 3Qianqian An 3Xueyuan Zhang 1Jie You 1Dandan Duan 1Yafei Sun 1Yiwei Zhu 1Han Cui 1Quanjun Lu 4

Istituto Superiore di Sanità

Dott.Atanasio De Meo

Farmacista

Dottore in Scienze e Tecnologie del Fitness e dei Prodotti della Salute

Diploma di Master in Nutrizione Clinica

Biointegra 3.0

Tel. 3924600170

Email. nutrizioneebenessere.bio@gmail.com

Atanasio De Meo

Sono un Farmacista, Dottore in Scienze e Tecnologie del Fitness e dei Prodotti della Salute ed ho un Diploma di Master in Nutrizione Clinica. Mi occupo di integrazione sportiva e sono il CEO di BIOINTEGRA 3.0 SRL, un'attività che si occupa di nutrizione ed integrazione per il benessere della persona. Sono Socio AFEN Associazione Farmacisti Esperti In Nutrizione, Socio A.D.I.S.F Associazione Dottori Italiana Scienze del Fitness, Socio SINSEB Società Italiana di Nutrizione dello Sport e Benessere.

Lascia un commento