Esercizio fisico e substrati energetici

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In linea teorica, l’attività più efficace per consumare gli acidi grassi, è quella prolungata e condotta a bassa intensità. Infatti, gli acidi grassi possono derivare da almeno 3 sorgenti:

– dai chilomicroni e dalle lipoproteine di derivazione epatica;

– dagli adipociti del tessuto adiposo;

– dai trigliceridi del muscolo;

un importante studio condotto su ciclisti agonisti ben allenati, ha cercato di ottenere informazioni precise sul tipo di substrato energetico utilizzato e sulla sua velocità di utilizzazione quando gli atleti pedalavano al 25%, 65% e 85% del loro massimo consumo di ossigeno (VO2max). I risultati ottenuti ci dicono che:

– al 25% del VO2max, la maggior parte dell’energia prodotta, l’80%, derivava dall’ossidazione degli acidi grassi plasmatici mobilizzati dal tessuto adiposo;

– al 65% del VO2max, il glicogeno muscolare era il combustibile più importante; tuttavia, circa il 50% dell’energia prodotta derivava dagli acidi grassi plasmatici e dagli acidi grassi intramuscolari;

– all’85% del VO2max, più del 60% dell’adenosina trifosfato (ATP) derivava dal glicogeno muscolare; mentre, la quota di ATP prodotta a partire dagli acidi grassi scendeva al 28%;

un risultato non trascurabile di questo studio, è che per le attività che richiedono più del 65% del VO2max, l’organismo utilizza maggiormente i trigliceridi muscolari, probabilmente perché la mobilizzazione degli acidi grassi dal tessuto adiposo non è sufficientemente rapida per compensare l’aumentata intensità del lavoro.

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Va comunque ricordato che il contributo dei carboidrati e dei lipidi è influenzato dal grado di allenamento. Infatti, i ciclisti allenati, pedalando al 60% del loro VO2max ricavano circa il 70% della loro energia dai lipidi; questo consente di ottenere un notevole risparmio di glicogeno, il quale può essere utilizzato maggiormente nelle fasi finali di una competizione. Possiamo dunque affermare che l’allenamento aerobico innalza la capacità di ossidare gli acidi grassi ed allontana la soglia anaerobica.

INTENSITÀ E LIPOLISI

La mobilizzazione dei lipidi dal tessuto adiposo è mediata essenzialmente dalle catecolammine, che, come tutti gli ormoni, agiscono a livello recettoriale. Durante l’attività fisica, i livelli delle catecolammine circolanti variano in proporzione all’intensità dell’esercizio. L’aumento dell’intensità del lavoro determina a sua volta un aumento della lipolisi, mediata dall’aumento delle catecolammine. Tuttavia, l’aumentata demolizione dei trigliceridi di deposito, non implica necessariamente che gli acidi grassi liberati in circolo e nel muscolo siano utilizzati come substrato energetico. Infatti, l’utilizzo degli acidi grassi per la produzione di ATP, raggiunge un massimo intorno al 60-65% del VO2max, per poi calare sensibilmente all’aumentare dell’intensità del lavoro, nonostante l’incremento della lipasi ormone-mediata.

In conclusione, possiamo affermare che la mobilizzazione degli acidi grassi dagli adipociti è il presupposto necessario ma non sufficiente per spiegare l’utilizzo degli acidi grassi da parte del muscolo. Ad elevate intensità, maggiori del 65% del VO2max, nonostante la mobilizzazione degli acidi grassi aumenti, non aumenta il loro utilizzo, mentre cresce la quota di ATP prodotta a partire dal glucosio.

BIBLIOGRAFIA

Imamura H. et al. (2004). Effect of moderate exercise on excess post-exercise oxygen consumption and catecholamines in young women. J Sports Med Phys Fitness, 44, 23-29

Thompson D. et al. (2012). Physical activity and exercise in the regulation of human adipose tissue physiology. Physiol Rev, 92, 157-191

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Dr. Andrea Buccarini Biologo Nutrizionista. Nutrizionista Sanis

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