Capire il collegamento funzionale tra l’assunzione di nutrienti e il controllo omeostatico del bilancio energetico è un passo fondamentale verso una svolta clinica nel trattamento di iperfagia e obesità.

cibo, Capire il collegamento funzionale tra l’assunzione di nutrienti e il controllo omeostatico del bilancio energetico è un passo fondamentale verso una svolta clinica nel trattamento di iperfagia e obesità.

I meccanismi fisiologici del corpo umano sono evoluti per mantenere l’omeostasi energetica (1).I livelli di energia nel corpo aumentano in seguito all’ assunzione di cibo e sono esauriti tramite il dispendio energetico, che include il mantenimento delle normali funzioni fisiologiche e l’attività fisica (2). L’ energia in eccesso viene immagazzinata nel tessuto adiposo come trigliceridi e nel muscolo scheletrico e nel fegato sotto forma di glicogeno. L’equilibrio tra l’assunzione di energia, la spesa energetica e la conservazione è governato da meccanismi regolatori centrali e da segnali endocrini periferici (3). Oltre ai segnali neuronali da organi sensoriali (ad esempio quelli relativi alla vista, udito, olfatto e gusto), segnali neurali sensoriali viscerali inviano segnali dal tratto gastro-intestinale e  forniscono input continui a questi regolatori centrali per quanto riguarda lo stato delle riserve di energia (4).Negli articoli precedenti di questa rubrica “IL CIBO E I SUOI SIGNIFICATI”,ho elencato e descritto i diversi determinanti del comportamento alimentare che sono stati ampiamente studiati per comprendere la regolazione omeostatica dell’assunzione di sostanze nutritive, generalmente attribuita al circuito ipotalamo-tronco cerebrale (5). L’alimentazione non omeostatica,intesa come eccessiva ingestione di cibo,è, in parte, una conseguenza delle proprietà motivazionali del cibo, strettamente legate al rilascio di dopamina nelle regioni limbiche del cervello  particolarmente stimolato da cibi ricchi di zuccheri semplici (HFHS ad esempio patatine, snack vari , gallette varie, crostini, tarallucci, caramelle, cioccolattini)e ad alto contenuto di grassi saturi,che generano in chi ne assapora uno il desiderio di mangiarne ancora e ancora……trasformando il piacere derivante dall’ingestione di questi cibi  in una vera e propria dipendenza.Tuttavia, anche se la presenza di questi cibi , è essenzialmente onnipresente nei paesi sviluppati, non tutti gli individui con accesso a questi alimenti li consumano in eccesso o diventano obesi. Quello che accade dunque,è che alcuni individui diventino più vulnerabili agli effetti edonici o rinforzanti del cibo ricco di calorie, e alla fine sviluppino abitudini alimentari che si dissociano dai meccanismi omeostatici che normalmente mantengono l’equilibrio energetico (6). Mangiare in assenza di fame,è quindi il principale fattore in grado di determinare un’ ingestione di cibo in eccesso rispetto a ciò che è biologicamente necessario (7) e ciò ovviamente contribuisce all’insorgenza dell’ obesità e di  altri problemi legati al peso (8).

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BIBLIOGRAFIA

1(Berthoud, 2002, 2004).

2 (Berthoud, 2002; Lenard & Berthoud, 2008)

3(Berthoud, 2004, 2011; Lenard & Berthoud, 2008).

4( Berthoud, 2002, 2004; Berthoud & Zheng, 2012; Lenard & Berthoud, 2008).

5(Saper et al., 2002).79 ( di Chiara e Imperato, 1988;. Dallman et al, 2005; Narayanan et al, 2010).

6(Berthoud, 2004).

7(Corwin & Hajnal, 2005),

8(van Strien, Herman, e Verheijden , 2009).

 

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